Sound of Metal
Sound of Metal
[Amazon Prime · 2019]
Il mio nome è Ruben, sono un tossico, sono pulito da quattro anni. Mi spiace, non so la lingua dei segni. Ruben
Sound of Metal è uno di quei film che ti frega dal titolo. Il titolo suona innocente (solo alla fine capisci a cosa si riferisce). Guardi il film perché pensi che racconterà la storia di certi artisti sbomballati e del casino che fanno, tappa dopo tappa, per portare il loro sound sui palchi dal vivo. Una roba tipo The Dirt. Magari meno patinata. Invece no.
Ruben e Louise sono un duo metal, in tour, e vivono in un camper. Sono anche una coppia: affiatati, innamorati, felici. Hanno registrato un album che uscirà a breve. La mattina dopo un concerto, il batterista Ruben si alza e prepara la colazione a Lou. Poi, di botto, comincia a non sentirci bene.
E noi con lui, perché il film ci costringe a sentire il suo decadimento uditivo con una serie di effetti speciali che, assieme alla performance dell’attore Riz Ahmed, mi hanno angosciato da subito.
Alle prime avvisaglie Ruben va da un medico, che gli preannuncia la catastrofe imponendogli di fare attenzione, di smettere di suonare. La scena dopo lui sta suonando, in un club. Un suono devastante, un casino assurdo. Finché a un certo punto non sente più nulla. Scappa via e va tutto in vacca.
Ruben è realizzato: fa quello che gli piace, campa con la musica, suona nei locali e gira per il Nord America insieme alla donna che ama, la persona che l’ha salvato dalla droga, dalla solitudine, da un’esistenza grigia… poi di colpo, non c’è più niente.
Niente più palchi.
Niente più batteria.
Niente più voce di Lou.
Niente più musica.
Niente di niente.
Il giorno dopo non c’è più tour che tenga, Louise porta Ruben in un posto nel nulla totale dove c’è una comunità di recupero per tossicodipendenti e sordi. Perché lui è sordo adesso, e deve imparare a essere un sordo.
Qui Joe, un signore vecchio dalla pelle incartapecorita (interpretato da Paul Raci), gli elenca le regole da un macchinario che traduce sullo schermo di un computer quello che Joe potrebbe dire nella lingua dei segni, che però Ruben non sa.
Lou se ne va, torna in Europa dal padre, e Ruben comincia questo percorso di rinascita nella sua condizione di sordo. Dopo qualche incertezza iniziale, le cose sembrano andare bene.
Lui però pensa sempre che ci sia una possibilità, che l’udito (e tutta la sua vita di prima) si possa, in qualche modo, recuperare. C’è una clinica. Un’operazione. Servono soldi. Un macello.
Io guardo le immagini, mentre scorrono, e mi sale un’angoscia terribile per questo tipo, per tutto.
Più in generale Sound of Metal è una parabola sull’accettare te stesso. Soprattutto quando non stai per niente bene, e all’improvviso sei sordo, e non puoi fare più quello che facevi per sentirti vivo. Accettarsi è un casino sempre diverso, sembra semplice solo a chi osserva da fuori. Un incidente o una malattia ti colpiscono come una spada di Damocle, come la scure di un boia, all’improvviso il te che conoscevi, il mondo come lo percepivi, le abitudini e le persone che davi un po’ per scontate, non esistono più.
Questa cosa, anche dalla distanza del tuo divano, dallo schermo… cavoli se è dura.
Ci metto tutto il film per capire che le cose non saranno mai più come prima. Tutto il film coi suoi dialoghi assurdi, coi bambini che giocano a far rumore sullo scivolo posando l’orecchio per sentirne le vibrazioni. In questo universo d’ovatta terribile in cui non manca il suono, perché il suono c’è, quello che manca davvero è la comprensione.
Ruben è solo. Anche nella comunità che l’accoglie, che gli insegna come convivere con questo nuovo stato. Ruben è solo, e solo rimane.
A nulla serve vendere tutto, tentare l’intentato, volare in Europa, tornare da Lou. Il mondo adesso, con i suoi suoni, viaggia a una frequenza diversa. Ciò che prima era consueto, dovuto, normale, ora è precluso e non c’è nessuna distanza che può essere colmata in nessuno modo per riavvicinare Ruben a quello che era un tempo.
Il film
— Sound of Metal —in originale: Sound of Metal (2019)
in Italia su: Amazon Prime Video
durata: due ore tonde tonde
soggetto: Darius Marder e Derek Cianfrance
sceneggiatura: Darius e Abraham Marder
regia: Darius Marder
con: Riz Ahmed, Olivia Cooke, Paul Raci, Lauren Ridloff, Mathieu Amalric
Sound of Metal
Guardalo se
vuoi smettere di essere spettatore e basta e condividere, anche solo per il tempo del film, la disperazione del protagonista.
Non guardarlo se
hai paura.
Se hai paura, Sound of Metal ti terrorizzerà molto più di un film dell’orrore.
Note
*Il film ha ottenuto il plauso della critica e molti riconoscimenti, tra cui Oscar e BAFTA per miglior sonoro e montaggio, nomination come miglior film dell’anno, miglior sceneggiatura, miglior attore protagonista (Riz Ahmed) e non-protagonista (Paul Raci).
*Sound of Metal sviluppa una vecchia idea di Derek Cianfrance, nata dalla sua esperienza di batterista colpito da acufene.
*Marder e Cianfrance sono vecchi amici. Darius Marder è autore della sceneggiatura di Come un tuono (film del 2012 con Ryan Gosling, Bradley Cooper ed Eva Mendes).
*Prima delle riprese, Riz Ahmed ha dovuto imparare la lingua dei segni e per sei mesi ha preso lezioni di batteria.
*Paul Raci è figlio di una coppia di sordi, è stato davvero in Vietnam e ha suonato in diverse band metallare (anche in una band, i Beethoven’s Nightmare, dove batterista, bassista e chitarrista erano tutti non udenti).
Sei dell’umore giusto per
Could we in fact create a cinematic experience that maybe people hadn’t heard before? I’ve been calling it a PoH, or point of hearing. It’s very, very ambitious. It was a very tough sell. Darius Marder
Blue Valentine racconta la fine dell’amore tra Dean (Ryan Gosling) e Cindy (Michelle Williams): come le persone e i sentimenti possono mutare nel giro di pochi anni, come Dean prova disperatamente a tenere insieme qualcosa che si è già rotto.
Regia di Derek Cianfrance, lacrimoni assicurati.