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L’arte della gioia

L’arte della gioia

di GOLIARDA SAPIENZA
[Einaudi · 2015]

 

In un lampo capii che cosa era quello che chiamano destino: una volontà inconsapevole di continuare quella che per anni ci hanno insinuato, imposto, ripetuto essere la sola giusta strada da seguire. Mi si strinse la gola.
L’arte della gioia — pagg. 122-123

L a vita di Modesta si sviluppa per oltre 500 pagine che attraversano il Novecento, un secolo complesso sotto moltissimi punti di vista.
Leggendo le prime righe si ha come l’impressione di avvicinarsi a una storia quasi banale. Eppure le evoluzioni che è in grado di far sbocciare sono del tutto inaspettate e crudelmente sincere.

Modesta è brillante, è una mente anacronistica in grado di partorire un egoismo di sopravvivenza in circostanze assurde ma non del tutto improbabili.

L’autrice ci tira dentro la storia con la stessa determinazione della sua protagonista: parla al lettore in modo diretto, a tu per tu. Non esiste vergogna, non esiste imbarazzo, non si accenna una sola volta a “come sarebbe stato se”.
Modesta sa cosa vuole, sin da giovanissima: cultura, educazione, indipendenza. Sapere che la penna che l’ha ritratta è di una donna del ‘900 rende questa determinazione ancora più affascinante.

Non ci sono matrimoni d’amore, non esistono farfalle allo stomaco. Esistono il calore, il sudore, le palpitazioni. Esiste la passione “chirurgica”, fatta di pelle e odori, e la logica strisciante, costruita da pensieri audaci e spietati.

Modesta è una donna emancipata che non si lascia affibbiare etichette dalla società (no, neanche “emancipata” andrebbe bene!), non le piace ingabbiare sé stessa in preconcetti confezionati e pronti all’uso. Vive l’amore verso le creature, a prescindere dal genere. Fa esperienza del suo corpo, a dispetto del “non si fa”. Attraversa le sue emozioni da cima a fondo, nonostante siano complesse e spesso scandalose. 

Amante passionale e autentica, rivela essere una madre immensa, profeta dell’amore libero. Modesta può essere la versione più verace di ciascuno: dice quello che chiunque è in grado di pensare ma nessuno è capace di dire. Modesta è come l’amica dalle cui esperienze trarre insegnamento. E pensare che il testo rischiava di continuare a rimanere un manoscritto rifiutato e abbandonato in una cassapanca. Grazie ad Angelo Pellegrino, marito di Goliarda, L’arte della gioia ha -per fortuna!- raggiunto la democrazia della stampa. Una rivoluzione che ha già impreziosito tutti, anche stavolta al netto delle definizioni.

 

l'arte della gioia

Il libro

L’arte della gioia di Goliarda Sapienza —
pubblicato da: Einaudi Super ET (2015)
prezzo: 15 €
pagine: 511
ISBN: 9788806219673

L’arte della gioia


Leggilo se

se le etichette stanno strette anche a te
se ti chiedi sempre il perché delle cose
se ti dà fastidio ricevere come risposta “si è sempre fatto così”

Non leggerlo se

se sei sensibile alle storie scomode
se non riesci a descriverti “femminista”
se pensi che le tradizioni non possano essere cambiate


L’autrice

G

oliarda Sapienza è nata a Catania nel 1924, gode di una insolita libertà educativa grazie alla famiglia socialista rivoluzionaria. A sedici anni si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di Arte Drammatica che la porta a recitare per teatro e cinema con grandi registi del tempo, come ad esempio Luchino Visconti. Si dedica alla scrittura nella seconda metà del Novecento, pubblicando Lettera aperta (1967), Il filo di mezzogiorno (1969), L’Università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987).

Altri scritti sono pubblicati postumi, tra cui L’arte della gioia. Romanzo concluso nel 1976, negli anni successivi, è rifiutato da numerosi editori che lo ritengono sperimentale al punto da esser considerato immorale. Goliarda riesce a far pubblicare la prima parte del romanzo solo nel 1994. La versione integrale è pubblicata postuma solo nel 1988.
Nel 1998 Angelo Pellegrino, marito di Goliarda, decide di pubblicare a proprie spese un numero limitato di copie. Entrato nel catalogo Einaudi nel 2009, L’arte della gioia è tradotto in 5 lingue e stampato in migliaia di copie nel mondo.

Il tempo lavorerà a favore dei libri di Goliarda Sapienza. E questo non è un augurio: è una convinzione

Cesare Garboli

 

Il male sta nelle parole che la tradizione ha voluto assolute, nei significati snaturati che le parole continuano a rivestire. Mentiva la parola amore, esattamente come la parola morte. Mentivano molte parole, mentivano quasi tutte. Ecco che cosa dovevo fare: studiare le parole esattamente come si studiano le piante, gli animali… E poi, ripulirle dalla muffa, liberarle dalle incrostazioni di secoli di tradizione, inventarne delle nuove, e soprattutto scartare per non servirsi più di quelle che l’uso quotidiano adopera con maggiore frequenza, le più marce, come: sublime, dovere, tradizione, abnegazione, umiltà, anima, pudore, cuore, eroismo, sentimento, pietà, sacrificio, rassegnazione. Imparai a leggere i libri in un altro modo. […] In quel primo tentativo di individuare la bugia nascosta dietro parole anche per me suggestive, mi accorsi di quante di esse e quindi di quanti falsi concetti ero stata vittima.”

L’arte della gioia – pag. 135

 

goliarda sapienza

Sei dell’umore giusto per