Menu

The End of the F***ing World

The End of the F***ing World

[Channel 4 · 2017]

 

È facile pensare che le persone possano essere la risposta se non le vedi da anni, perché non sono reali. Le persone non sono risposte, sono domande in più. Alyssa

Io vado matto per il fumetto indipendente. I fumetti americani parlano sempre dei supereroi. Le loro gesta, le loro vite straordinarie, le complicazioni che possono insorgere. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.” Già. Tutto così.
Allora se vuoi trovare qualcosa di differente, ti tocca fare un viaggio tra i fumetti indipendenti, gli alternative comics, che affrontano temi cupi, realistici, strani.

Charles Forsman, classe 1982, un giorno dell’anno 2011 pubblica un fumetto che ha come titolo una frase apocalittica che contiene pure una parolaccia. Per non sbagliare la censura lui prima dell’Authority. Così, per mettere le cose in chiaro. TEOTFW, The End of the F***ing World. Praticamente tutti sanno che la parolaccia c’è, ma l’Authority non può dirgli nulla. Un po’ come quando da noi montavano l’insegna alla rovescia per non pagare la tassa di affissione o quel che diavolo andava pagato. Geniale.
Nel 2013 il fumetto vince il premio importantone (Ignatz Award), nel 2014 ci fanno un corto, nel 2017 una serie televisiva che va in onda su Netflix. Così arriviamo a noi, cioè arrivo al punto.

Io il fumetto l’avevo letto. Bello, crudo, veloce. Ma qui siamo a un altro livello. Sempre crudo, sempre bello, sempre veloce. Ma, per cominciare, siamo nel Surrey, la provincia inglese, assurda come la provincia americana, se non di più. Poi ci sono i protagonisti, interpretati da attori in stato di grazia, una sceneggiatura che approfondisce quello che nel fumetto è solo accennato (e va anche oltre), una regia e una colonna sonora che… beh, la colonna sonora è di Graham Coxon, il chitarrista dei Blur (la band inglese che si contendeva le classifiche del brit-pop con gli Oasis), ma Coxon è molto di più dei Blur. Lo ritroverete poi con un altro nome anche dentro I Am Not Okay with This, un’altra serie che ha gli stessi colori di questa qui (e non solo perché è tratta da un’altra graphic novel di Forsman).

Ogni stagione di The End of the F***ing World (otto episodi da venti minuti) è più o meno come un film di tre ore. Un Thelma & Louise, dove Louise è un ragazzino di diciassette anni che si chiama James ed è convinto di essere uno psicopatico; quindi, per entrare meglio nella parte, è alla ricerca di qualcuno da uccidere (e come dargli torto). Thelma allora è Alyssa, una compagna di scuola di James.
Se James pensa di essere uno psicopatico, Alyssa invece si annoia. Si annoia di brutto. Si annoia così tanto che riesce a trasmetterlo con uno sguardo, anche attraverso lo schermo. E James ha il terrore della noia di Alyssa. Ha il terrore che Alyssa si stanchi di lui. Questa cosa ci viene sparata in faccia in ogni puntata, ed è una cosa che lascia senza fiato (anche con un po’ di ansia, a essere sinceri).

Come nel Mago di Oz i personaggi credono di essere quello che non sono. James (interpretato da Alex Lawther) dice di essere anaffettivo, nel fumetto mette la mano nel tritarifiuti del lavandino (nella serie: una friggitrice) e non prova nulla; noi spettatori, però, vediamo che prova qualcosa per Alyssa, qualcosa di complesso, che lo schiaccia sul sedile della sua automobile troppo grande e che lo fa vivere con gli occhi troppo spalancati.
Alyssa (interpretata da Jessica Barden) è convinta di essere una personalità forte, una che si prende quello che vuole, che fa quello che le pare. E invece si ritrova sempre incastrata in situazioni scomode.
Gli attori che interpretano questi due meritano un premio che non hanno ancora inventato. Non riuscirete a vederli come attori: loro sono proprio James e Alyssa, e lo sono molto di più del James e della Alyssa del fumetto. Pazzesco.

I due come Bonnie e Clyde riprodotti da un videoregistratore rotto e da un nastro che ha visto tempi migliori ripercorrono durante la prima stagione quello che accade nella graphic novel da cui è partito tutto: una rocambolesca fuga da casa, cui seguono casini di varia entità che li portano esattamente dove termina il fumetto di Forsman. E dopo?
Dopo, ragazzi, tocca vederlo perché se ve lo dico non ci credete. 

The End of the F***ing World

La serie

The End of the F***ing World
in originale: The End of the F***ing World (2017-2019)
in Italia su: Netflix 
due stagioni da otto episodi di 20 minuti
con: Jessica Barden e Alex Lawther 

The End of the F***ing World


Guardalo se

ti piacciono il grottesco, i drammi adolescenziali, le situazioni al limite e le grandi, grandissime colonne sonore.

Non guardarlo se

odi gli attori inglesi, con quel loro accento da so tutto io e quelle espressioni facciali molto teatrali,
e non ti piacciono le cose violente (anche in senso psicologico).


Note

*In origine, TEOTFW era una serie di mini-fumetti da 8 pagine, fotocopiati e spediti da Charles Forsman ai sostenitori del suo Patreon.
*Nel 2013 questi mini-fumetti sono stati raccolti in un volume edito da Fantagraphics Books.
*In Italia il volume (208 pagine, piccolo formato) è stato pubblicato da 001 Edizioni e costa 15 euro.


The End of the F***ing World

A volte le cose diventano molto semplici, tutto cambia di posto. In un attimo è come se uscissi dal tuo corpo, dalla tua vita, e (dal di fuori) vedi dove ti trovi, lo vedi chiaramente. Vedi te stessa e pensi: fanculo questa merda. Alyssa
Sei dell’umore giusto per

I don’t want to judge what’s in your heart
But if you’re not ready for love
How can you be ready for life?
How can you be ready for life?
So let’s love fully and let’s love loud
And let’s love now
’Cause soon enough we’ll die
SoKo